Sento la tua lingua lenta,
che scava sentieri proibiti,
e ogni gemito diventa preghiera
tra lenzuola sporche di peccato.
Le tue mani mi legano all’inferno,
scivolano, stringono, comandano:
«Apriti di più… fammi entrare
nel tuo segreto più bagnato.»
Mordo il cuscino, ma il silenzio esplode,
la mia voce vibra come un gemito d’estate,
e mentre ti perdo dentro ogni goccia,
mi ritrovo schiava della tua voglia.
Fermati — no, non fermarti mai.
Spezza l’alba coi nostri corpi sudati,
fammi tremare, fammi urlare, fammi vivere
questo peccato senza rimpianti.